Con un lungo e documentato articolo pubblicato il 19 marzo scorso sullo Spazio bianco, Emilio Cirri traccia una mappa dell’assalto dell’estrema destra europea – e segnatamente quella tedesca e italiana – al mondo del fumetto:
L’immediatezza e la semplicità con cui il fumetto riesce a veicolare informazioni in maniera comprensibile lo ha da sempre reso utile strumento didattico, di divulgazione scientifica e giornalistica, ma nella storia del medium sono molti i casi del suo uso politico. Non solo satira caustica e intelligente che fa da sano e imprescindibile contraltare al potere costituito sin dal XVII secolo, ma anche attraverso libelli e opuscoli di propaganda politica.
Tra febbraio e marzo del 2021 alcuni fatti avvenuti in Italia e in Germania, paese che mi ha adottato, hanno portato ancora una volta sotto i miei occhi la questione dello sdoganamento di fumetti prodotti da case editrici legate a doppio filo con (e anzi propaggini vere e proprie di) partiti e movimenti di estrema destra. Il dibattito su questo tipo di pubblicazioni e sulla loro analisi è sempre acceso e complesso: molti potrebbero leggere articoli del genere come pubblicità involontaria e non richiesta, pensando che il modo migliore, forse l’unico, per affrontare questo tema sia semplicemente ignorarlo. Purtroppo, girare la testa da un’altra parte non fa sparire un fenomeno esistente, in alcuni casi addirittura istituzionalizzato, ma contribuisce solo a renderlo poco conosciuto, estraneo al dibattito culturale e a rendere la loro distribuzione un paradossale “fatto compiuto”. Non volendo guardare altrove, ho sentito la necessità di mettere un po’ di fatti e riflessioni su carta, ma assicuro che per mia precisa volontà non conterrà nessun link diretto a case editrici e quotidiani che non rispecchiano i valori con cui sono cresciuto e che proprio i fumetti hanno contribuito a formare.
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