Le opere dell’artista giapponese Takato Yamamoto sono spesso state definite come “disturbanti”.

Il suo lavoro, avvolto da un’aura cupa e oscura, cattura completamente lo sguardo e ci impedisce di distogliere l’attenzione.

Il desiderio è quello di riconoscere e comprendere la scena rappresentata nel dipinto, soffermandoci sulle singole figure intrappolate all’interno.

Takato Yamamoto, Chimera Tombstone, 2014-2015
Acrylic and pencil on paper

Cenni biografici

Purtroppo, le informazioni relative alla vita di questo incredibile artista non sono tantissime. La riservatezza Orientale ha reso ancora più difficile scoprire qualcosa in più sulle sue influenze e sui primi lavori.

Sappiamo che è nato a Akita il 15 gennaio del 1960 e che successivamente si è trasferito a Tokyo. Dopo essersi laureato al dipartimento di pittura della Tokyo Zokei University, ha sperimentato lo stile Ukiyo-e Pop.

La carriera d’artista di Takato Yamamoto

La prima volta che le sue opere sono comparse in mostra è stato nel 1998, con la personale “Heisei Esthetics” presso la Creation Gallery G8 di Ginza. Lo stesso anno la casa editrice underground Treville ha pubblicato la sua prima monografia, Scarlet Maniera.

Scarlet Maniera, il primo libro di Takato Yamamoto
Scarlet Maniera, il primo libro di Takato Yamamoto

Seguono molte mostre personali e collettive, tra cui segnaliamo, nel 2002, “Altar of Narcissus” presso la Span Art Gallery di Ginza, in occasione della quale viene pubblicata la seconda, omonima, raccolta di illustrazioni.

Nel 2005 la Mondo Bizzarro Gallery di Roma ospita la sua prima personale al di fuori del Giappone: Make up of Darkness.

Nel 2009 e nel 2011 partecipa ad Art Taipei, la fiera di arte contemporanea e, nel 2011, anche ad ART HK 2011, fiera di Hong Kong.

Nel 2014 espone nel complesso museale “Aomori, Shimane and Shizuoka prefectural museum”.

Nel 2015  in mostra presso la Jonathan Levine gallery di New York.

Nel 2016 partecipa alla fiera di arte contemporanea di Manila, Filippine.

La sua mostra più recente è del 2020, una doppia personale presso la Koguri Gallery di Tokyo.

Le opere di Takato Yamamoto

Per descrivere il proprio stile Takato Yamamoto ha coniato il termine di Heisei Estheticism, che definisce uno stile d’arte che comprende temi di oscurità, schiavitù, metamorfosi, amore e morte, tutto inglobato spesso all’interno di una sola opera.

Al centro dei quadri di Yamamoto si concentrano impressionanti figure umane dai tratti delicati e dalla pelle chiara. Uomini e donne sono immersi in un ambiente cupo e tetro, spesso circondato da figure mostruose e immagini spaventose.

Quello che sorprende di più l’osservatore, non è solo l’aspetto spettrale delle forme nascoste nello sfondo, ma anche lo sguardo calmo dei personaggi che sembrano rassegnati al proprio destino.

È questo che interviene nella creazione di una profonda sensazione di destabilizzazione. Perciò le opere dell’artista sono definite disturbanti, perché ci portano a chiederci quale sia il contesto o la storia che ha generato la loro produzione.

Il continuo richiamo alla morte e alla decadenza, misto ad una spiccata attenzione verso la sessualità, è la dimostrazione delle influenze dell’autore.

Da un lato, l’estetismo tipico dell’arte tradizionale, che riprende i valori e le ideologie dell’Art Nouveau. Dall’altro, la passione per l’occulto e per la sessualità che da tempo interessa il pubblico Orientale.

Takato Yamamoto non è solo un artista, ma è un uomo capace di risvegliare sensazioni sconosciute, facendoci perdere nel suo oscuro mondo onirico.


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